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al testo di Abraxas
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La mia base è in quella palafitta sul lungomare ad est della città c’è più successo nel fallimento che nel trionfo, ho visto il conto è troppo salato dice chi arriva a stento a fine mese. Ho letto il tuo nome nel vento e mi sono fermato ora che chiedi la carità all’angolo della chiesa sfitta.
Il lupo cattivo indossa la gonna della nonna, poi se la nipote lo scambia per un travestito è perché ne ha visto la foto in un sito di scambisti. Il cuoco ora è bollito ma ha da poco ricevuto l’invito al ballo dei poeti tristi. Il frate francescano è in chat con la sua donna.
C’è un vento che spazza via l’amore e la pioggia ha i colori della notte il fuorilegge guarda l’orizzonte lontano non ha più casa e famiglia e il grano dei campi è il suo letto, cosa c’è d’umano se il tetto è nelle grotte, il piano suona ininterrotto da ore e le porte del paradiso sono sbarrate a ogni impostore?
Ti ho persa e non c’è sempre un motivo nello specchio c’è una foto di prima di quando le auto partivano a spinta e tu non avevi una casa dipinta con macchie di muffa. Chi ti ha convinta ad abitarci è un’arpia col fondotinta incrostato, il segreto svelato o è un dogma del creato o è solo un sogno lascivo.
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